Finalità
Per affrontare le conseguenze della pandemia sulla struttura sociale e produttiva, in particolare il cambiamento prodotto anche nelle disuguaglianze preesistenti all’attuale crisi sanitaria, la Regione ritiene prioritario favorire la partecipazione attiva degli enti del Terzo settore, preferibilmente mediante lo sviluppo di reti coese con tutti i soggetti del territorio (istituzionali e non), capaci di spunti, riflessioni e prospettive costruttive per rafforzare, rimodulare e sviluppare le politiche a sostegno del welfare (anche in termini di generatività e di coinvolgimento della comunità), in un’ottica di sussidiarietà e co-progettazione.
Al fine di rafforzare il coordinamento a livello istituzionale e interno al Terzo settore che si traduce anche nel potenziamento di quella capacity building, funzionale all’implementazione dell’offerta di servizi di supporto agli Enti del Terzo settore stesso, la Regione intende perseguire i seguenti obiettivi di sistema:
- sostenere la realizzazione di azioni di responsabilizzazione e coinvolgimento attivo della cittadinanza per la realizzazione di un welfare di comunità, finanziando progettualità capaci di stimolare nuovo valore sociale, di facilitare l’iniziativa dei singoli cittadini e la loro capacità di resilienza comunitaria al fine di aumentare il benessere della collettività, anche in una situazione aggravata dall’emergenza COVID-19
- sviluppare territori inclusivi e sostenibili, caratterizzati da legami sociali, da generosità e attenzioni, al fine di creare reti di comunicazione e collaborazione tra luoghi diversi e soggetti diversi favorendo così la coesione sociale. Sperimentando e/o sviluppando la conoscenza reciproca, il dialogo e le modalità del lavorare insieme, si contribuisce, secondo prospettive differenti, allo sviluppo del territorio e alla promozione del bene comune.
Interventi ammissibili
La Regione Veneto, individua i seguenti indirizzi prioritari che rappresentano degli orientamenti di valenza locale:
- Servizio sperimentale di “mobilità”: sviluppare una rete di supporto al “Progetto STACCO”, a favore dei cittadini che alla luce delle nuove condizioni di vulnerabilità venutasi a creare a seguito della pandemia hanno bisogno di conciliare le nuove esigenze organizzative e gestionali, familiari e personali, vita e lavoro
- Rete di assistenza sociale a domicilio: sviluppare una rete di servizi domiciliari a favore delle persone che vivono sole o in condizione di svantaggio sociale o limitata autosufficienza o che dispongono di risorse economiche limitate, mediante una ricognizione della reale dimensione del bisogno e di una risposta adeguata e strutturata
- Cultura della “donazione di sangue, organi, tessuti e cellule”: sviluppare una rete del terzo settore che promuova ulteriormente la cultura della donazione e un’adesione ancora più ampia da parte dei cittadini, con particolare attenzione alla rilevanza assunta dalla donazione del plasma in una fase critica ed emergenziale dovuta al contagio da Covid19. Al fine di rafforzare la sinergia già in essere tra le realtà impegnate nel settore e il sistema salute, le progettualità dovranno raccordarsi con le aziende Ulss di riferimento
- Promuovere, diffondere e praticare la cultura del volontariato e dei beni comuni, intercettando le potenzialità dei territori su cui i soggetti destinatari del bando operano e intervenendo per evidenziarne le possibilità di sviluppo sociale e culturale, nel rispetto del ruolo propulsivo e propositivo tipico del volontariato
- Formazione degli enti del Terzo settore, promuovendo forme di collaborazione, scambio di esperienze, formazione e aggiornamento, allo scopo di creare un sistema in grado di stimolare una cittadinanza attiva consapevole e orientata al bene comune, elaborando strategie comuni
- Mappare gli enti del Terzo settore: l’esperienza dei territori dimostra che la capacità di risposta ai nuovi bisogni da parte degli enti non profit è stata immediata e ha favorito la nascita di nuove forme di collaborazione e una straordinaria mobilitazione della cittadinanza attiva, espressione di un forte senso civico e solidaristico, che ha permesso il reclutamento e il coinvolgimento di nuovi volontari di giovane età. Ai fini di una conoscenza dei servizi che il territorio offre e per pianificare interventi plurimi in risposta ai bisogni emergenti, è necessario mappare i soggetti del terzo settore e del privato sociale no profit, conoscere i saperi, le buone pratiche e l’esperienza messe in campo.
I progetti dovranno riguardare lo svolgimento di attività di interesse generale (scelte tra quelle indicate nell’Allegato A bando e coerenti con le finalità statuarie), realizzarsi nel territorio regionale, avere una durata non inferiore a 12 mesi e concludersi entro il 31.07.2022.
Chi può partecipare
Possono partecipare i soggetti attuatori, singoli, capofila e partner, destinatari di contributo sono:
- organizzazioni di volontariato (Odv) iscritte al Registro regionale ai sensi della L.R. 40/1993
- associazioni di promozione sociale (Aps) iscritte al Registro regionale ai sensi della LR 27/2001, art. 43 o, per le articolazioni territoriali e le associazioni affiliate ad Associazioni di carattere nazionale, al Registro nazionale delle Aps, ai sensi della L. 383/2000
- Fondazioni del Terzo settore iscritte all’Anagrafe unica delle onlus, presso l’Agenzia delle entrate.
Ogni soggetto attuatore (singolo, capofila, partner) potrà partecipare, con una sola proposta progettuale, in forma singola o in partenariato.
Entità del contributo
La dotazione finanziaria complessiva è pari a 4.335.449 Euro.
Il finanziamento sarà finalizzato alla realizzazione delle seguenti tipologie di progetti:
- regionali: promossi da una rete di minimo sei partner, con un costo progettuale variabile tra 120.000 Euro e 180.000 Euro con ricaduta su tutto il territorio regionale
- interprovinciali: promossi da una rete di minimo 3 partner, mirati ad una risposta più diretta ai bisogni rilevati in un contesto di almeno due province, con un costo progettuale compreso tra 50.000 Euro e 100.000 Euro
- locali: promossi anche in forma singola e rispondenti alle esigenze di realtà locale (provinciale, comunale o di quartiere), con un costo progettuale fissato in 30.000 Euro
La quota di co-finanziamento è pari all’80% del costo complessivo del progetto, mentre il 20% costituisce la quota minima di cofinanziamento riconoscibile in parte in forma indiretta (valorizzazione dell’azione svolta dai volontari) e in parte in forma diretta (che non possono essere altri finanziamenti pubblici né i proventi del 5 per mille).
Consigli degli esperti
Al fine di promuovere reti inclusive e favorire l’incremento della capacity building degli enti (intesa come sviluppo delle risorse umane in termini di qualificazione di competenze, investimento e rinnovamento, capacità di creare percorsi virtuosi volti ad una maggior sostenibilità del progetto, diffusione del principio della co-progettazione) è favorita la collaborazione con soggetti non beneficiari diretti del contributo quali enti pubblici (compresi gli enti locali, le aziende sanitarie, altri enti pubblici e le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado) o privati (enti senza scopo di lucro- le associazioni, le cooperative sociali, le imprese sociali, gli enti filantropici, le associazioni sportive dilettantistiche, enti ecclesiastici e religiosi, ONG, Fondazioni e altri enti senza scopo di lucro - e gli enti profit).
Una specifica sulla tipologia di costi e il peso che devono avere sul budget di progetto:
- I costi di progettazione non potranno superare il 5% del costo complessivo del progetto
- I costi di affidamento a terzi di specifiche attività non potranno superare il 30% del costo complessivo del progetto
- I costi del personale impiegato in mansioni di segreteria, coordinamento e monitoraggio non possono superare il 10% del costo complessivo del progetto.
- Le spese indirette (generali di funzionamento) non potranno eccedere il 10% del costo complessivo del progetto
- Le spese per noleggi/acquisti attrezzature non potranno eccedere il 20% del costo complessivo del progetto
- Per l’attività di volontariato, il soggetto attuatore (singolo o capofila) potrà valorizzare la stima figurativa del corrispondente costo reale, nei limiti del 10%
- Le spese di personale non possono superare il 70% del costo complessivo del progetto
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