Regione Marche – POR FSE 2014 -2020
La finalità del bando è quella di sperimentare lo sviluppo di attività e servizi in grado di garantire ai soggetti- destinatari una migliore gestione della patologia e delle relazioni in ambito familiare, sociale e nel mondo del lavoro, generando un reale impatto positivo.
Con questo intervento sperimentale, la Regione Marche intende finanziare progetti territoriali, volti alla realizzazione di servizi e attività dedicati alle persone che affrontano/hanno affrontato un percorso di cura per carcinoma mammario.
I dati e le testimonianze evidenziano che una delle problematiche più sentite dalle donne operate di tumore al seno riguarda il lavoro e che vi è una diffusa esigenza di maggiore informazione sui diritti delle donne che si assentano dal lavoro per l'intervento chirurgico e per le successive terapie.
Tutto ciò induce a ritenere opportuno promuovere e sostenere la sperimentazione di interventi che possano rafforzare la ripresa psicologica, motivazionale e fisica delle donne affette da pregresso carcinoma mammario, finalizzata al pieno recupero della loro autostima e, in ultima istanza, al recupero delle condizioni necessarie per proiettarsi nuovamente con successo nella vita sociale e nel mondo del lavoro.
Le attività previste nel progetto devono mirare alle seguenti finalità:
Ciascun progetto deve prevedere una combinazione di azioni finalizzate a rafforzare l’autostima e la motivazione al reinserimento delle donne nella vita sociale e nel mondo del lavoro.
Nel caso di donne disoccupate, le azioni dovranno essere finalizzate:
Nel caso di donne occupate le azioni dovranno essere:
Ogni progetto dovrà prevedere un percorso articolato in 2 fasi diretto ad un numero minimo di 12 destinatarie totali.
La durata massima di ciascun progetto deve essere di 12 mesi dalla firma dell’atto di adesione.
Sono destinatarie del bando le donne maggiorenni residenti o domiciliate nella regione Marche, con pregresso carcinoma mammario, ricadenti in una delle seguenti tipologie:
Possono presentare domanda di finanziamento esclusivamente i partenariati costituiti nella forma di Associazione Temporanea di Impresa o di Scopo (ATI/ATS).
I componenti del partenariato, debbono essere soggetti pubblici o privati aventi comprovata e qualificata esperienza in attività e servizi, soprattutto in campo medico, nell’ambito di ricerche e progetti per il miglioramento della qualità di vita delle donne, con particolare riferimento a: Università, Enti di ricerca, ASUR, Associazioni, Fondazioni.
L’ATI/ATS deve prevedere obbligatoriamente:
Dotazione finanziaria complessiva: 750.000 Euro
Contributo minimo per progetto: 75.000 Euro
Contributo massimo per progetto: 150.000 Euro
Quota di co-finanziamento: 100%
Le risorse complessive sono ripartite in questo modo:
Ciascuna ATI/ATS può accedere, al massimo ad un finanziamento
Pagina web per formulari e documenti
Si consiglia di consultare regolarmente il sito web ufficiale del bando per gli aggiornamenti e le informazioni addizionali.
La comprovata e qualificata esperienza del’ATI/ATAS non potrà essere inferiore a 3 anni, da intendersi come somma della durata dei contratti/convenzioni/attività realizzati dai componenti del raggruppamento. Tale esperienza va dettagliata nei CV dei singoli componenti dell’ATI/ATS.
L’ammissibilità al cofinanziamento è subordinata al raggiungimento di un punteggio minimo pari a 60/100. I punteggi saranno assegnati formulando un giudizio in merito all’articolazione delle azioni, ai contenuti sviluppati in rapporto ai bisogni rilevati e alle modalità di realizzazione. Verranno pertanto valutati i seguenti elementi:
I punteggi saranno assegnati tenendo conto dell’impatto potenziale del progetto sugli obiettivi esplicitati nel bando, nonché sull’obiettivo specifico pertinente del POR e sulle finalità generali perseguite con il POR FSE 2014-2020.
N.B: Una volta stilate le n.5 graduatorie provinciali ed attribuito il finanziamento agli aventi diritto, nel caso in cui si rendessero disponibili economie su una o più delle suddette graduatorie, si procederà alla riassegnazione delle risorse residue stilando una sesta graduatoria definitiva contenente i progetti idonei (ordinati in ordine decrescente di punteggio), assegnando le risorse residue a quei progetti che hanno ottenuto il punteggio più alto tra tutti quelli idonei ma non inclusi nelle 5 graduatorie provinciali.
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