30 settembre 2017
PROGRAMMA DI RIFERIMENTODipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri
OBIETTIVOE’ online il nuovo bando di finanziamento dei progetti volti alla prevenzione e al contrasto alla violenza alle donne, anche in attuazione della convenzione di Istanbul.
Il presente Avviso è finalizzato al finanziamento di progetti di carattere innovativo nelle seguentiLinee di intervento:
A. Progetti finalizzati a migliorare le modalità di inserimento lavorativo delle donne vittime diviolenza;
B. Progetti di supporto alle donne e a coloro che si identificano nel genere femminile detenute checontesto degli istituti penitenziari;
C. Programmi di trattamento degli uomini maltrattanti;
D. Progetti volti a migliorare le capacità di presa in carico delle donne migranti anche di secondagenerazione incluse le donne rifugiate vittime di violenza e di pratiche lesive;
E. Progetti innovativi di supporto e protezione delle donne sottoposte anche a violenza c.d.“economica”;
F. Progetti di animazione, comunicazione e sensibilizzazione territoriale rivolti alla prevenzione delladei ruoli delle donne e degli uomini.
Il bando, che finanzierà progetti per 10 milioni di euro, permetterà di supportare attività di sensibilizzazioni rispetto a sei aree d’intervento: donne migranti e rifugiate, inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, supporto alle donne detenute che hanno subito violenza, programmi di trattamento di uomini maltrattanti, supporto e protezione delle donne sottoposte anche a violenza “economica” e progetti di sensibilizzazione, prevenzione e educazione.
Il bando mira a creare una rete di interventi volta a contrastare e prevenire il fenomeno della violenza allargando quanto più possibile il raggio d’azione in attuazione di quanto previsto dal Piano d’azione straordinario contro la violenza di genere.
E’ inoltre un primo traguardo frutto del percorso di condivisione avviato tra le istituzioni, le associazioni e gli enti territoriali attraverso la Cabina di Regia e l’Osservatorio nazionale sul fenomeno della violenza.
L'azione proposta dal bando risponde infatti all'esigenza di aumentare le azioni specifiche su tutto il territorio coinvolgendo tutti i soggetti che a vario titolo contribuiscono alla prevenzione e al contrasto del fenomeno.
DESCRIZIONEE’ online il nuovo bando di finanziamento dei progetti volti alla prevenzione e al contrasto alla violenza alle donne, anche in attuazione della convenzione di Istanbul.
Il presente Avviso è finalizzato al finanziamento di progetti di carattere innovativo nelle seguentiLinee di intervento:
A. Progetti finalizzati a migliorare le modalità di inserimento lavorativo delle donne vittime diviolenza;
B. Progetti di supporto alle donne e a coloro che si identificano nel genere femminile detenute checontesto degli istituti penitenziari;
C. Programmi di trattamento degli uomini maltrattanti;
D. Progetti volti a migliorare le capacità di presa in carico delle donne migranti anche di secondagenerazione incluse le donne rifugiate vittime di violenza e di pratiche lesive;
E. Progetti innovativi di supporto e protezione delle donne sottoposte anche a violenza c.d.“economica”;
F. Progetti di animazione, comunicazione e sensibilizzazione territoriale rivolti alla prevenzione delladei ruoli delle donne e degli uomini.
Il bando, che finanzierà progetti per 10 milioni di euro, permetterà di supportare attività di sensibilizzazioni rispetto a sei aree d’intervento: donne migranti e rifugiate, inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, supporto alle donne detenute che hanno subito violenza, programmi di trattamento di uomini maltrattanti, supporto e protezione delle donne sottoposte anche a violenza “economica” e progetti di sensibilizzazione, prevenzione e educazione.
Il bando mira a creare una rete di interventi volta a contrastare e prevenire il fenomeno della violenza allargando quanto più possibile il raggio d’azione in attuazione di quanto previsto dal Piano d’azione straordinario contro la violenza di genere.
E’ inoltre un primo traguardo frutto del percorso di condivisione avviato tra le istituzioni, le associazioni e gli enti territoriali attraverso la Cabina di Regia e l’Osservatorio nazionale sul fenomeno della violenza.
L'azione proposta dal bando risponde infatti all'esigenza di aumentare le azioni specifiche su tutto il territorio coinvolgendo tutti i soggetti che a vario titolo contribuiscono alla prevenzione e al contrasto del fenomeno.
AZIONI FINANZIATELINEA A) Progetti finalizzati a migliorare le modalità di inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza
Particolarmente drammatica è la “femminilizzazione della povertà”: negli ultimi anni il numero delle donne che vive sotto la soglia della povertà è aumentato più di quello degli uomini.
Questa differenza riguarda aspetti molto diversi, che vanno dalla possibilità di ottenere un’istruzione alla libertà di scelta; dalle opportunità di condividere la cura della famiglia all’accesso alla carriera e ai ruoli di potere; dall’equità di retribuzione al problema dell’indipendenza economica, che diventa ancora più discriminante nelle donne che subiscono violenza.
Le proposte progettuali dovranno identificare, pertanto, interventi innovativi per favorire l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza al fine di renderle protagoniste di un percorso completo individuale di recupero esistenziale e di autostima.
LINEA B) Progetti di supporto alle donne e a coloro che si identificano nel genere femminile detenute che hanno subìto violenza ed azioni di sensibilizzazione sul tema della violenza specifiche per il contesto degli istituti penitenziari
Dall’ultima relazione del 2015 pubblicata dal Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia emerge che le donne costituiscono una piccola percentuale della popolazione carceraria nazionale, dove circa il 95% dei detenuti sono maschi e il numero delle donne è poco inferiore al 5%, dove prevale purtroppo l’incidenza dei casi di abuso sessuale e di violenza anche familiare vissuta. Il bassissimo numero di istituti penitenziari precipuamente dedicati alle detenute, di cui solo cinque esclusivi per le donne e per il resto collocate in 52 reparti isolati all’interno di penitenziari maschili, determinano significative discriminazioni di genere non solo in termini di strutture ma anche di organizzazione di regole pensate e realizzate solo al maschile, dove le necessità specifiche delle donne, in gran parte connesse alla presenza di figli, spesso vengono disattese.
A questo ne deriva una ulteriore discriminazione circa la minore possibilità per le donne di usufruire di interventi ad hoc dovuto appunto al loro numero limitato ed all’impossibilità di condividere le strutture con gli uomini.
La presente Linea ha pertanto l’obiettivo di promuovere interventi innovativi che, tenendo conto della posizione giuridica delle detenute sia madri che non, siano in grado di attivare percorsi personalizzati di orientamento professionale e di inserimento lavorativo, oltre che azioni di sensibilizzazione sul tema della violenza specifiche per il contesto degli istituti penitenziari.
LINEA C) Programmi di trattamento degli uomini maltrattanti
Il contrasto della violenza maschile contro le donne e di genere, implica la necessità di affiancare alle azioni repressive anche adeguate attività di prevenzione per gli stessi autori.Dopo lo sviluppo in altri paesi di normative e approcci tra loro differenti, anche in Italia si vanno sviluppando programmi di intervento per uomini autori di comportamenti violenti o potenzialmente in procinto di metterli in atto, anche in risposta a quanto dettato dall’art. 16 della Convenzione di Istanbul.
Affinché questi interventi raggiungano adeguati livelli di efficacia e consapevolezza delle dimensioni del fenomeno, emerge l’opportunità di sviluppare un confronto e un’analisi critica delle diverse metodologie adottate e di ampliare una sperimentazione che fornisca indicazioni per la valutazione e l’implementazione delle azioni stesse. A questo fine, si intende promuovere la condivisione di buone pratiche, lo sviluppo di percorsi di aggiornamento degli operatori coinvolti e l’analisi di metodologie e risultati, ed al tempo stesso l’ampliamento, lo sviluppo e l’integrazione dei progetti indirizzati ad autori effettivi o potenziali è funzionale ad aggredire le cause della violenza per ridurne incidenza e impatto.
LINEA D) Progetti volti a migliorare le capacità di presa in carico delle donne migranti anche di seconda generazione incluse le donne rifugiate vittime di violenza e di pratiche lesive.
La crescente presenza di migranti e cittadine migranti di seconda generazione che portano con sé modelli culturali, pratiche e tradizioni talvolta distanti da quelle del paese di destinazione, richiedono nuove strategie per affrontare e promuovere l'inclusione di quelle donne e di quelle giovani che scelgono diversamente di costruire un nuovo percorso di vita, nella consapevolezza dei propri diritti e nell’accettazione di nuovi riferimenti culturali.
I centri antiviolenza, in considerazione dell’influenza socio-culturale del mondo maschile che in determinate comunità è fortemente decisiva nel determinare l’approccio familiare, stanno iniziando
a costruire pratiche ad hoc con strumenti e strutture per sostenere le donne e le giovani migranti, anche di seconda generazione, nel percorso di uscita da pratiche lesive, quali le mutilazioni genitali femminili, e da forme di violenza discriminatorie che generano forme di vessazione non solo fisica ma anche psicologica (es. matrimoni forzati o precoci).
Le proposte progettuali, dovranno, pertanto, prevedere nella presa in carico percorsi consolidati e personalizzati, ed interventi mirati al superamento del “relativismo culturale” che purtroppo è ancora dominante in determinati contesti sociali.
LINEA E) Progetti innovativi di supporto e protezione delle donne sottoposte anche a violenza c.d. “economica”
L'articolo 3 della Convenzione riconosce anche la violenza economica contro le donne come “una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne”.
La violenza economica, secondo l’ultima indagine Istat, gioca un ruolo che, all’interno della coppia, tocca il 4,6% delle donne in un paese dove l’occupazione è prevalentemente maschile.
Le forme di violenza economica si declinano per esempio nell'impedimento per la donna di conoscere il reddito familiare, di poter utilizzare o addirittura avere una propria carta di credito o un bancomat, di poter spendere il denaro autonomamente e quindi di subire da parte del partner un costante controllo delle spese effettuate. Così come per la gelosia del partner l'impedimento di lavorare fuori casa o lo sfruttamento dei guadagni della donna da parte di un marito volontariamente disoccupato. Tutte forme di controllo, di esercizio del potere che passano attraverso la gestione del denaro che mettono la donna nella condizione di non essere libera anche di poter intraprendere una separazione. L’azione del presente intervento è quella di restituire un’analisi dell’incidenza del fenomeno della violenza economica e del relativo condizionamento nella scelta delle donne, in particolare quelle con figli, di restare nella propria condizione di vittima in quanto materialmente dipendenti dal maltrattante. Le proposte progettuali, in termini di ricerca-azione, devono considerare il fenomeno al fine di proporre modalità di intervento per accrescere la consapevolezza nelle donne e aiutarle a individuare le condizioni che impediscono loro di uscire da situazioni di violenza quale quella agita nella sfera economica.
LINEA F) Progetti di animazione, comunicazione e sensibilizzazione territoriale rivolti alla prevenzione della violenza di genere mediante realizzazione di campagne di comunicazione, educazione, attività culturali, artistiche e sportive, per promuovere i cambiamenti nei comportamenti socio-culturali, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uominiAl fine di aumentare la consapevolezza e la comprensione da parte del vasto pubblico delle varie manifestazioni di tutte le forme di violenza e delle loro conseguenze sui bambini, è fondamentale riconoscere il ruolo di strumenti primari quali l'informazione e la sensibilizzazione della collettività, attraverso la diffusione di messaggi di contrasto e tolleranza zero nei confronti della violenza di genere. La violenza contro le donne, infatti, e? un problema culturale che riguarda tutti. Cambiare la cultura che si pone alla base della violenza di genere è da intendersi come un percorso di conoscenza e consapevolezza in grado di svelare gli stereotipi che, presenti nella nostra società, sono talmente radicati da risultare non immediatamente riconoscibili e trasmissibili anche inconsapevolmente.
Questa Linea d’intervento è diretta alla realizzazione di progetti finalizzati a sensibilizzare l’opinione pubblica e nello specifico è rivolta a coinvolgere prioritariamente il mondo scolastico enti ed associazioni di promozione sociale tra cui quelle sportive, culturali, cinematografiche. Le proposte progettuali devono quindi porre in essere una comunicazione ed informazione rispettosa della donna, in particolare, della figura femminile nelle diverse età evitando la riproduzione di stereotipi di genere e di visioni degradanti del femminile, o di immagini che associno il rapporto sessuale alla violenza.
CHI PUO' PARTECIPAREdi intervento indicate.
E’ invece esclusa la presentazione da parte di un soggetto proponente sia in forma singola che inATS, di più proposte progettuali nell’ambito di una stessa Linea di intervento.
Possono partecipare alla Linea d’intervento A. Progetti finalizzati a migliorare le modalità didelle Case rifugio quali:
a) Enti locali, in forma singola o associata
b) Associazioni, Organizzazioni e Cooperative sociali operanti nel settore del sostegno e dell’aiuto alledonne, con personale formato specificatamente sulla violenza di genere;
c) Enti pubblici territoriali e non, incluse Aziende ex art. 2555 c.c. e ss.;d) Soggetti di cui alle lettere a), b) e c) di concerto, di intesa o in forma consorziata.
Possono partecipare alla Linea d’intervento B. Progetti di supporto alle donne e a coloro che siCentri antiviolenza e le Case rifugio quali:
a) Enti locali, in forma singola o associata
b) Associazioni, Organizzazioni e Cooperative sociali operanti nel settore del sostegno e dell’aiuto alledonne, con personale formato specificatamente sulla violenza di genere;
c) Enti pubblici territoriali e non, incluse Aziende ex art. 2555 c.c. e ss.;
d) Soggetti di cui alle lettere a), b) e c) di concerto, di intesa o in forma consorziata.
Possono partecipare alla Linea d’intervento C. Programmi di trattamento degli uomini maltrattantinonché a prevenire nuove violenze e il rischio di recidiva:
-preambolo della Convenzione di Istanbul.
Possono partecipare alla Linea d’intervento D. Progetti volti a migliorare le capacità di presa ine di pratiche lesive i soggetti promotori dei Centri antiviolenza e le Case rifugio quali:
a) Enti locali, in forma singola o associata
b) Associazioni, Organizzazioni e Cooperative sociali operanti nel settore del sostegno e dell’aiuto alledonne, con personale formato specificatamente sulla violenza di genere;
c) Altri enti pubblici territoriali e non, incluse Aziende ex art. 2555 c.c. e ss.;
d) Soggetti di cui alle lettere a), b) e c) di concerto, di intesa o in forma consorziata.
Possono partecipare alla Linea d’intervento E. Progetti innovativi di supporto e protezione delleCase rifugio quali:
a) Enti locali, in forma singola o associata
b) Associazioni, Organizzazioni e Cooperative sociali operanti nel settore del sostegno e dell’aiuto alledonne, con personale formato specificatamente sulla violenza di genere;
c) Altri enti pubblici territoriali e non, incluse aziende ex art. 2555 c.c. e ss.;
d) Soggetti di cui alle lettere a), b) e c) di concerto, di intesa o in forma consorziata.
Possono partecipare alla Linea d’intervento F. Progetti di animazione, comunicazione equalsiasi altra pratica basata su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini:
a. Enti locali, in forma singola o associata
b. Scuole pubbliche e parificate di ogni ordine e grado e le Università italiane statali e non stataliriconosciute;
c. Altri enti pubblici territoriali e non, incluse aziende ex art. 2555 c.c. e ss.;
d. Enti non profit (Associazioni riconosciute e non- Fondazioni- Comitati – Onlus – Imprese socialiAssociazioni di promozione sociale- Circoli di cultura cinematografica);
e. Piccole e medie imprese e commerciali (ex art.2195 c.c. e ss.);
f. Consorzi (ex art. 2602 c.c. e ss.);
g. Società di persone: Società semplice (artt. 2251-2290 c.c.) - Società in nome collettivo (artt. 2291-2312 c.c.) - Società in accomandita semplice (artt. 2313-2324 c.c.);
h. Società Cooperative (ex artt. 2511 e 2512 c.c.);
i. Enti di formazione professionale.
Per tutti i soggetti partecipanti: la realizzazione delle attività progettuali dovrà essere svoltal’affidamento a soggetti terzi delle attività medesime
ENTITA' CONTRIBUTOStanziamento complessivo del bando. 10 milioni di euro, così ripartiti tra le diverse priorità:
3.9 mio EUR per la linea A)
1 mio EUR per la linea B)
1 mio EUR per la linea C)
1 mio EUR per la linea D)
200.000 EUR per la linea E)
2.9 mio EUR per la linea F)
Il contributo massimo concedibile per singolo progetto varia anch’esso a seconda della linea d’azione selezionata:
Linea A : max € 350.000;Linea F : max € 250.000
COME PARTECIPAREdocumentazione –Via dell’Impresa 90 – cap 00187 Roma
PAESI AMMISSIBILI
REFERENTENULL
SITO WEBNULL
FORMULARI E DOCUMENTIPagina web per documenti e formulari
Si consiglia di consultare regolarmente il sito web ufficiale del bando per gli aggiornamenti e le informazioni addizionali. - NULL
CODICE AUTORE
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