Horizon 2020 nel triennio 2014-2016 ha finanziato attraverso lo SME Instrument oltre 2300 piccole e medie imprese europee, di cui il 16% italiane. E' quanto emerge dall’
indagine condotta da ASTER e APRE sullo strumento che sostiene ricerca e innovazione delle PMI. Con 326 progetti approvati e 378 beneficiari, il nostro Paese si colloca al 2° posto, dopo la Spagna e prima di Regno Unito, Germania, Francia e Olanda, nella classifica dei 6 Paesi che si spartiscono la fetta più consistente dei fondi totali erogati. Lo SME Instrument di Horizon 2020 prevede tre fasi: valutazione della fattibilità tecnico-commerciale dell’idea innovativa (contributo 50mila euro); sviluppo del prototipo su scala industriale e prima applicazione sul mercato (finanziamento tra 0,5 e 2,5 milioni); commercializzazione (nessun finanziamento diretto).
Quali sono le punte di eccellenza dell’innovazione tecnologica italiana? Ad aggiudicarsi il primato per le migliori
performances sono state la Lombardia, con 104 progetti finanziati, l’Emilia-Romagna (63 progetti) e il Lazio (42 progetti), seguiti da Piemonte e Toscana. Agli ultimi posti, invece, si collocano l’Abruzzo, il Friuli Venezia Giulia, la Sicilia e la Sardegna. Particolarmente interessante è il dato che riguarda la partecipazione delle
start-up innovative allo SME Instrument, che rappresentano il 21% delle PMI italiane finanziate da Horizon 2020, segno che il fenomeno start up è rappresentato da imprese con concrete capacità progettuali e in grado di affrontare le sfida del mercato e la competitività europea. Nell’ambito dei fondi europei per le PMI, infatti, innovatività e forza progettuale giocano un ruolo fondamentale nell’aggiudicazione dei progetti.
Su quali settori-chiave puntano le PMI italiane? Trasporti,
nanotecnologie ed
eco-innovazione sono i temi di ricerca prediletti dalle imprese italiane che hanno partecipato allo SME Instrument di Horizon 2020. La Lombardia concentra il 24% delle proprie partecipazioni sul tema “
Transport and Smart Cities Mobility”, mentre l’Emilia-Romagna primeggia nel campo delle nanotecnologie con 21 partecipazioni, pari al 30% del dato nazionale. Le PMI del Lazio si concentrano soprattutto sul tema trasporti ed efficienza energetica, con un primato nazionale nel settore “Space” (ben 7 partecipazioni), mentre le imprese del Veneto puntano sull’agroalimentare.
Le imprese italiane più finanziate Veniamo ora alle imprese italiane che hanno ricevuto fondi per oltre 2 milioni di euro durante la Fase 2 dello SME Instrument nel triennio 2014-2016. Al primo posto troviamo la piemontese
Electronics System, che si è aggiudicata più di 3,5 milioni di euro per sviluppare un progetto sul riciclo degli pneumatici industriali. Al secondo posto c’è
Glomeria Therapeutics di Chieti, con un progetto che ha ricevuto 2,8 milioni per sviluppare un sensore intelligente e bio-compatibile per la dialisi peritoneale. Al terzo posto della classifica si colloca
Prophos Chemicals di San Giovanni in Croce (Cremona), con 2,7 milioni ricevuti per realizzare un procedimento innovativo di recupero di fosfato da polveri estinguenti esauste. Secondo il Rapporto ASTER, il 77% delle imprese beneficiarie in Europa ha ricevuto finanziamenti nella Fase 1 dello SME Instrument. A dividersi il piatto più ricco (Fase 2) dei finanziamenti sono stati 529 beneficiari, nel 19% dei casi imprese spagnole. Il 12% delle imprese che hanno ricevuto i finanziamenti della fase 2 dello SME Instrument è inglese, l’11% italiano e solo il 7% tedesco. Ascolta su Prodos Academy i
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La Redazione di Prodos Academy