A fronte di tante criticità che si stanno presentando in merito all'attuazione del Pnrr, una in particolare risulta paradossale: l’Italia ha la possibilità di usufruire del più grande finanziamento mai concesso, ma tirando le prime somme si è dovuta ammettere una grande carenza di professioniste/i, in special modo nel settore della progettazione.
In particolare, le principali carenze per l’attuazione del Pnrr riguardano competenze di project management, competenze di gestione, monitoraggio e rendicontazione degli investimenti, nonché competenze verticali specifiche delle singole misure.
La grande macchina del Pnrr richiede uno sforzo straordinario per non rischiare di dover restituire le risorse assegnate, ma l’Italia oggi si trova di fronte ad una difficoltà dovuta alla mancanza di professionalità.
Una prima stima sullo stato dell’arte dei progetti e degli investimenti previsti ha sottolineato il rischio di non riuscire a rispettare i termini e le scadenze a causa di un gap di competenze. Il nostro Paese ha infatti già sperimentato serie difficoltà nell’utilizzo del volume di risorse assegnate nel corso delle precedenti programmazioni europee, rivelando inefficenze nelle capacità progettuali e attuative che hanno condotto l'Italia - come rilevato dalla Corte dei Conti UE - in coda alla classifica degli Stati membri per capacità di assorbimento dei fondi.
Come risolvere allora queste difficoltà e quali sono gli elementi che attualmente fanno da barriera? L’obiettivo è naturalmente quello di gestire i fondi in arrivo al meglio facendo ricorso a professionisti/e in grado di progettare, gestire e rendicontare l'ingente somma di finanziamenti in essere. Per questo sorge la necessità di puntare sulla formazione, l’esperienza e l’aggiornamento di professioniste/i, che possano contribuire fattivamente all’attuazione dei progetti.
Dalle stime fatte è risultato che le maggiori carenze sono rintracciabili nella Pubblica Amministrazione e la difficoltà consiste proprio nella complicata reperibilità di personale qualificato. Secondo gli stessi dirigenti delle PA questa carenza è dovuta alle procedure di selezione attraverso concorsi che non consentono di verificare le competenze attitudinali, organizzative o skill specifiche, quali la gestione e la rendicontazione.
Se da un lato il privato è diffidente nei confronti dei grandi sistemi burocratici complessi, dall’altro il pubblico non ha gli strumenti adatti per affrontare una sfida del genere. Si è riscontrato, infatti, che le principali carenze riguardano competenze di project e programme management e competenze di gestione amministrativa del Pnrr.
Se l’attuazione del Pnrr è a rischio flop soprattutto per una carenza di progettisti/e e figure competenti, diventa evidente la necessità di ricorrere ai ripari valorizzando il trasferimento di competenze e quindi l’importanza della formazione.
Nasce così anche l’esigenza di un dialogo tra settore pubblico e privato che possa contribuire a superare l’impasse che l’Italia sta affrontando. Per portare a compimento il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, oltre alle necessarie risorse settoriali, si stima un grande fabbisogno di professionisti da inserire tra project manager e responsabili della gestione amministrativa. L’ambito che, in particolare, necessita del maggior numero di professionisti ad oggi mancante sarebbe la Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”.
Per ovviare alla carenza di figure qualificate soprattutto nelle PA sarebbe utile, quindi, ricorrere al privato (da qui l’esigenza di un dialogo) per avviare un percorso di acquisizione di competenze. L’obiettivo è quello di permettere l’acquisizione di capacità nel settore della progettazione e della gestione di finanziamenti, conquistando profili alti e specialistici. Ricorrendo a percorsi formativi altamente qualificati si potrebbe sperare di superare le attuali difficoltà che stanno mettendo a rischio l’attuazione del Pnrr. Tramite consulenti e percorsi di upskilling e reskilling si potrebbe così supplire all’assenza di un numero adeguato di persone specializzate.