Quella del PNRR e l'Italia è una storia dalla trama travagliata, che sta degenerando in un costante dibattito e riflessione del Governo su spese effettuate, spese in ritardo, obiettivi e traguardi che non sono stati raggiunti. Nella bozza di relazione semestrale sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono emerse più di cento misure che mostrano elementi di debolezza e che per questo sono messe in discussione: quali sono i progetti a rischio perché ritenuti irrealizzabili?
Nella precedente analisi effettuata sullo stato di attuazione del PNRR, si era già registrato un forte ritardo dell'Italia in merito agli obiettivi prefissati: un allarme mai rientrato, perché oggi si discute di progetti irrealizzabili e necessità di revisionare il Piano. Sarebbero 120 le misure previste dal Piano che rischiano di non essere realizzate nei tempi previsti; alcuni progetti sarebbero di difficile attuazione e richiederebbero alcune modifiche: tra questi spiccano i bonus edilizi e gli interventi per la gestione del rischio alluvione.
Tema caldo considerate le ultime situazioni di emergenza meteo che hanno coinvolto la Romagna, l'attuazione dei progetti sulla prevenzione delle alluvioni risentono di alcune difficoltà segnalate dalle diverse amministrazioni. In particolare, gli investimenti del Recovery Plan risultano eccessivamente frammentati in opere minori e piccoli lavori di messa in sicurezza del territorio.
Nell'ambito di questo ritardo che si sta registrando nell'attuazione del Piano, si è espressa anche l'Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) nell'Economic Outlook 2023: secondo l'organizzazione internazionale, i ritardi del PNRR potrebbero ridurre la crescita del Pil dell'Italia. Viceversa, "la rapida attuazione delle riforme strutturali e dei piani di investimento pubblico del PNRR sarà fondamentale per sostenere l'attività a breve termine e gettare le basi per una crescita sostenibile nel medio termine".
Oltre al caro energia e l'aumento dei prezzi dei materiali che influiscono sul raggiungimento degli obiettivi, altro importante investimento a rischio riguarda il Superbonus 110 per cento che sta monopolizzando i lavoratori dell'edilizia sottraendoli di fatto al PNRR (che ne richiederebbe circa 375 mila in più). A mettere a repentaglio il raggiungimento del target del PNRR è anche la complessa burocrazia: pratiche incomprensibili, difficoltà nell’organizzazione, ritardo nel rilascio di autorizzazioni e inadeguati sistemi di monitoraggio.
Tutto questo mette in pericolo soprattutto i progetti di competenza del ministero delle infrastrutture e del ministero dell'ambiente e sicurezza energetica, progetti di elevata importanza che sono ritenuti più a rischio fallimento tra i 120 enti censiti nella relazione del governo alle Camere.
Sono stati individuati, in particolare, quattro elementi di criticità rispetto al perché alcuni progetti sono considerati a rischio fallimento:
I progetti che presentano tutti e quattro i fattori di rischio elencati, riguardano proprio la prevenzione del rischio alluvione e dissesto idrogeologico e gli investimenti in fognatura e depurazione. Se si pensa alle ultime notizie e alle tragedie vissute dagli italiani, risulta chiaro come una nuova accelerazione del PNRR sarebbe necessaria e dovuta.
Nell'individuare altre misure che presentano elementi di criticità, si trovano l'alta velocità Brescia-Verona-Vicenza-Padova, lo sviluppo del biometano, l'efficienza energetica dei comuni, lo sviluppo dell'industria cinematografica. Tra i progetti a rischio anche il piano Italia 5G nato con l'obiettivo di rispondere al fabbisogno di connettività mobile e di fornire servizi mobili innovativi e ad elevate prestazioni. Il piano manifesta tre elementi di debolezza su quattro: squilibrio tra domanda e offerta, difficoltà normative e rimodulazione del target.
Dal risultato di questi dati si è dedotta, quindi, una necessità di revisione del Piano: all'interno della relazione del Parlamento è sottolineata l'importanza di un processo di revisione perché alcuni obiettivi non sono tecnicamente rendicontabili senza modifica entro il 30 giugno di questo anno in corso.
Secondo l'analisi degli economisti di Parigi dell'Ocse, la priorità dovrebbe riguardare la rapida sostituzione dei progetti non fattibili con progetti realizzabili, rafforzando la capacità della pubblica amministrazione di agire in modo efficiente per gestire e realizzare i progetti di spesa pubblica previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.