Nel 1957 la Comunità europea con i
Trattati di Romariconosce la parità di genere tra uomo e donna come un valore da rispettare, ma all'epoca era inteso quasi esclusivamente in relazione alle differenze salariali. A partire dagli anni sessanta l'uguaglianza di genere diviene un vero e proprio
obiettivo perseguito con regolamenti, direttive, programmi d'azione e raccomandazioni. Contemporaneamente la Commissione e il Parlamento europeo, creano degli organismi
ad hoc (successivamente divenuti permanenti) per monitorare e affrontare la questione, come ad esempio la
Commissione FEMM del PE. Nel 1992 con il
Trattato sull'Unione europea (o meglio noto come Trattato di Maastricht)
vengono affermati l'uguaglianza e la parità tra uomini e donne come valori da promuovere e fondanti dell'Unione europea. Parità di genere: un obiettivo raggiungibile con i fondi europei
Dunque col passare degli anni il principio della
parità di genere e l'emancipazione femminile hanno assunto sempre maggiore importanza per l'Unione europea. Oltre alla creazione di organismi e riconoscimenti in vari trattati la Commissione, con l'attuazione della
Agenda di Lisbona, ha posto i
fondi strutturali, ed in particolare il
Fondo sociale europeo (FSE), tra i
principali strumenti per promuovere e finanziare progetti di occupazione e inclusione sociale, prevedendo a loro volta il
miglioramento della condizione femminile in ogni ambito sociale. A cominciare dalla programmazione 2000-2006 i regolamenti dei fondi prevedono l'
uguaglianza di genere e la
non discriminazione come principi fondamentali che, necessariamente, devono essere rispettati in tutte le fasi della programmazione (valutazione e implementazione) e all'interno dei progetti proposti. Infatti, ciò ha fatto in modo che venissero previsti finanziamenti per
progetti specifici e l'introduzione di criteri premiali (per esempio il
gender sensitive) nei bandi per i progetti.
Non solo fondi strutturali
I fondi strutturali hanno portato sicuramente a risultati concreti, ma questi
non costituiscono le uniche iniziative a favore dell'uguaglianza di genere. Difatti, la Commissione ha previsto col passare degli anni alcuni
programmi specifici, per esempio
Daphne (che è stato in seguito inserito nel programma
REC) volto al finanziamento di progetti per
contrastare la violenza sulle donne e
Progress (integrato successivamente in
Easi) relativo al finanziamento di progetti di inclusione sociale e occupazione. Infine anche in
Horizon 2020 (programma per la ricerca e l'innovazione tecnologica) durante la fase di valutazione si tiene conto del principio di genere in tutte le fasi di progetto.
Parità di genere: una questione ancora aperta
Nonostante negli ultimi decenni siano stati raggiunti innegabili risultati positivi, tuttavia l'obiettivo dell'uguaglianza di genere non è stato ancora raggiunto del tutto. La crisi economica e la mancata conclusione del percorso di approvazione dello Strategic engagement for gender equality 2016-2019, relegato a "semplice" strategia della Commissione, hanno determinato un notevole rallentamento dell'evoluzione in senso positivo di questa importantissima materia che, oltretutto, va di pari passo con altri considerevoli problemi ancora irrisolti, come l'esclusione sociale, la lotta alla povertà e la discriminazione. Il tema rimane dunque una questione ancora aperta che necessita di continui impulsi, sforzi e attenzioni da parte delle istituzioni europee e degli Stati membri.