Ente finanziatore: Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Durata del progetto: 18 mesi
Beneficiario: Cittadinanzattiva Onlus
C’è una componente importante del non profit che per la sua natura (molecolare, spontanea, informale) sfugge alle rilevazioni ufficiali: è l’attivismo civico. A livello europeo, facilitare la cittadinanza attiva è una delle strategie della Commissione per aumentare la coesione sociale e la riduzione del deficit democratico in tutta Europa. L’interesse della CE a questo proposito è testimoniato dalla creazione del “passaporto europeo per la cittadinanza attiva”, un “kit di avviamento” per la cittadinanza attiva e la democrazia partecipativa in Europa.
Inoltre, l’OBS 11 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sottolinea l’importanza della consapevolezza e della partecipazione attiva dei cittadini. Tra i traguardi relativi citiamo:
– (11.3) Potenziare un’urbanizzazione inclusiva e sostenibile e la capacità di pianificare e gestire in tutti i paesi un insediamento umano che sia partecipativo, integrato e sostenibile
– (11.b) Aumentare considerevolmente il numero di città e insediamenti umani che adottano e attuano politiche integrate e piani tesi all’inclusione, all’efficienza delle risorse, alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, alla resistenza ai disastri, e che promuovono e attuano una gestione olistica del rischio di disastri su tutti i livelli, in linea con il Quadro di Sendai per la Riduzione del Rischio di Disastri 2015-2030
Infine, l’OCSE individua due elementi strategici connessi al rafforzamento della partecipazione dei cittadini:
– le tecnologie digitali, in particolare il web 2.0 anche detto web partecipativo;
– il contributo delle organizzazioni della società civile, quali soggetti in grado di favorire una partecipazione più matura e consapevole.
Per favorire lo sviluppo e il rafforzamento dell’attivismo civico è inoltre necessario qualificare l’azione dei cittadini (Giovanni Moro, Cittadinanza attiva e qualità della democrazia, 2013) e andare oltre “i soli contesti sperimentali e le good practice per mettere in campo azioni mature e replicabili” (Leda Guidi, rete civica Iperbole di Bologna).
Generale: rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
Specifici:
Coerentemente con gli obiettivi prefissati e per il raggiungimento dei risultati attesi, il progetto si articola in
AZIONE 1 – Realizzazione del percorso di Capacity building per attivatori civici (OB1)
AZIONE 2 – Empowerment delle 20 comunità coinvolte nel progetto (OBS2)
AZIONE 3 – Azione sperimentale di community engagement: la resilienza delle comunità ad eventi avversi (OBS3)
AZIONE 4 – Modellizzazione e trasferimento dei processi di Capacity building ed empowerment
AZIONE 5 – TRASVERSALE – Monitoraggio e coordinamento del progetto
AZIONE 6 – TRASVERSALE – Comunicazione e diffusione del progetto
Output 1: Percorso di capacity building per attivatori civici
Output 2: 20 Set di strumenti per l’attivazione della comunità (formato da Mappa territoriale della comunità coinvolta, Strategia Comunitaria e Punto di Attivismo/Web community) elaborato con il coinvolgimento e supporto dei cittadini e condiviso con le comunità
Output 3: 20 Piani di Resilienza della Comunità elaborati con il supporto dei cittadini e condivisi con le comunità